Ad aprile 2023 abbiamo portato a conclusione i progetti di adozione a distanza nel Paese. In questi anni di lavoro abbiamo raggiunto importanti risultati, portando cambiamenti significativi e duraturi nella vita di tante persone. Per approfondimenti, CLICCA QUI

In Repubblica Democratica del Congo, solo quest’anno, sono circa 30.000 le donne che hanno subito violenze: dalla schiavitù al matrimonio forzato e/o precoce. Denunciare è sempre stato difficile e a questo si aggiunge l’assenza di posti sicuri dove poter accogliere le vittime di violenza. Abbiamo attivato gruppi di donne: le abbiamo formate, accompagnate e affiancate in percorsi di imprenditoria e sensibilizzazione. Abbiamo costruito per tutte uno spazio sicuro dove riunirsi, formarsi, coinvolgere sempre più persone e sensibilizzare tutta la comunità sulla violenza di genere.

Nelle zone di confine tra le province del Sud Kivu e del Maniema da molto tempo si affrontano livelli estremamente alti di malnutrizione e povertà a causa dei conflitti.

Il conflitto in corso costringe sempre più famiglie a fuggire e almeno 33.000 persone hanno bisogno di assistenza umanitaria. La guerra sta rendendo i bambini vulnerabili a tutte le forme di violenza, sfruttamento e abuso, compresi rapimenti, violenze sessuali, reclutamento da parte di gruppi armati, uccisioni, attacchi a scuole e ospedali e restrizioni nell’accesso agli aiuti umanitari.

Stiamo lavorando per costruire 3 Centri Polifunzionali: luoghi sicuri e protetti rivolti principalmente alle donne e ai bambini dai 5 ai 15 anni. I centri comprenderanno strutture sanitarie e di raccolta dell’acqua, spazi sicuri dedicati esclusivamente a donne e bambini, oltre che sala riunioni, ufficio, magazzino.

Ogni centro sarà gestito da volontari della comunità che saranno formati e lavoreranno a stretto contatto con il personale ActionAid e gli infermieri delle strutture sanitarie integrandosi nei programmi più ampi di aiuto alla comunità e rivolgendosi a un bacino di oltre 8.000 beneficiari diretti.

Si stima che tra settembre e dicembre 2021, saranno circa 27 milioni le persone che subiranno una grave crisi alimentare e si presume che nel primo trimestre del 2022, un quarto della popolazione (circa 25,9 milioni di persone) soffrirà a causa dell’insicurezza alimentare. Nel Paese, l’insicurezza alimentare è il risultato dell’interazione di diversi fattori di crisi che vanno avanti da decenni: i conflitti armati, i disastri climatici, il proliferare di malattie ed epidemie. La produzione agricola è stata infatti severamente colpita dalle continue violenze e dall’insicurezza e milioni di persone vivono da sfollati.

In collaborazione con il Governo, abbiamo portato avanti diverse iniziative e organizzato incontri e attività per poter aiutare la popolazione e, in particolare, i più vulnerabili.

• Abbiamo fatto visita alle persone colpite dai conflitti nella provincia di South Kivu, dove abbiamo sviluppato uno spazio per poter portare avanti attività di advocacy tra attori del settore umanitario e autorità locali.
• Abbiamo visitato la scuola elementare Muhebwa che si trova a Katanga e abbiamo sensibilizzato i genitori sull’importanza dell’istruzione per i bambini. Abbiamo supportato 300 studenti fornendo loro materiale scolastico e uniformi. Abbiamo avviato corsi di formazione per prevenire abusi sessuali, violenze e sfruttamento a scuola. Abbiamo coinvolto gli insegnanti che hanno partecipato a dei corsi su come prevenire il contagio del Covid19 nelle scuole e abbiamo fornito loro il materiale necessario per poter insegnare (astucci, quaderni, taccuini, registri, gessetti, ecc). Abbiamo formato i genitori sull’importanza del loro ruolo e della sicurezza negli ambienti scolastici. Infine, abbiamo costruito 3 classi, i bagni e 1 ufficio scolastico.
• Abbiamo incontrato 2500 bambini per spiegare le tecniche per prevenire e contrastare la violenza nelle scuole e per promuovere la sicurezza.

Il 22 maggio scorso il vulcano Nyiragongo è esploso provocando enormi danni nel territorio intorno alla città di Goma. A quella violenta eruzione sono seguite forti scosse di terremoto che per molti giorni hanno interessato tutto il paese. Sono stati momenti di grande apprensione. I colleghi ci hanno raccontato di gente in fuga, strade interrotte, edifici crollati. Fortunatamente tutti i bambini dei nostri progetti sono rimasti illesi.