Giugno 2023
Un anno di lavoro in Mozambico

Situato nell’Africa sud-orientale, il Mozambico ha una popolazione di 28 milioni di abitanti di cui la maggior parte vive in un contesto rurale. La significativa crescita economica, trainata da grandi investimenti nell’industria del gas, ha migliorato solo in parte gli standard di vita: quasi la metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà ed il divario tra ricchi e poveri è estremamente ampio.
Scopriamo insieme alcuni dei risultati che siamo riusciti a raggiungere nell’ultimo anno, il frutto del nostro lavoro al fianco delle comunità.
Numeri che contano
- 268 membri delle comunità dell’Alto Molocuè sono stati coinvolti nella divulgazione della legge sui terreni agricoli
- 5 circoli di contadini sono stati riforniti di semi di fagioli, mais, riso e attrezzi agricoli
- 500 persone sono state sensibilizzate sui diritti dei minori grazie alla divulgazione della “Convenzione dei diritti del bambino”
Storie e testimonianze
Qui di seguito potrai leggere le parole dei protagonisti dei nostri progetti, di chi oggi può guardare al futuro con occhi diversi.
Avere accesso ai propri diritti è il primo passo per una vita migliore
Ci sono Paesi come il Mozambico, in cui le decisioni vengono prese dalle autorità senza confronto civile. Far crescere
una cultura della democrazia non è facile: qui diverse organizzazioni stanno cercando di farlo, ma con grande
difficoltà. Le persone devono comprendere i loro diritti e impegnarsi a farli rispettare; le Istituzioni devono essere più
trasparenti e consentire la partecipazione alle decisioni.
Senza un dialogo non c’è comprensione dei bisogni reali,
aumenta il disagio, l’insicurezza, la povertà. Insieme al nostro partner locale abbiamo voluto sostenere l’impegno
delle organizzazioni già attive e realizzato iniziative e campagne per promuovere il dialogo, tra cui una marcia sui
diritti civili che si è conclusa con la presentazione di un documento programmatico. Oggi la società civile di Mocuba e
Lugela partecipa al governo, donne e giovani si fanno ascoltare, sono migliorate le condizioni sanitarie e quelle
del settore agricolo. Sono nati 11 gruppi di adolescenti, 2 di giovani e 8 associazioni di piccoli agricoltori di cui fanno
parte 1.655 persone.
Ci sono Paesi come il Mozambico, in cui le decisioni vengono prese dalle autorità senza confronto civile. Far crescere
una cultura della democrazia non è facile: qui diverse organizzazioni stanno cercando di farlo, ma con grande
difficoltà. Le persone devono comprendere i loro diritti e impegnarsi a farli rispettare; le Istituzioni devono essere più
trasparenti e consentire la partecipazione alle decisioni.
Senza un dialogo non c’è comprensione dei bisogni reali,
aumenta il disagio, l’insicurezza, la povertà. Insieme al nostro partner locale abbiamo voluto sostenere l’impegno
delle organizzazioni già attive e realizzato iniziative e campagne per promuovere il dialogo, tra cui una marcia sui
diritti civili che si è conclusa con la presentazione di un documento programmatico. Oggi la società civile di Mocuba e
Lugela partecipa al governo, donne e giovani si fanno ascoltare, sono migliorate le condizioni sanitarie e quelle
del settore agricolo. Sono nati 11 gruppi di adolescenti, 2 di giovani e 8 associazioni di piccoli agricoltori di cui fanno
parte 1.655 persone.
Ci sono Paesi come il Mozambico, in cui le decisioni vengono prese dalle autorità senza confronto civile. Far crescere
una cultura della democrazia non è facile: qui diverse organizzazioni stanno cercando di farlo, ma con grande
difficoltà. Le persone devono comprendere i loro diritti e impegnarsi a farli rispettare; le Istituzioni devono essere più
trasparenti e consentire la partecipazione alle decisioni.
Senza un dialogo non c’è comprensione dei bisogni reali,
aumenta il disagio, l’insicurezza, la povertà. Insieme al nostro partner locale abbiamo voluto sostenere l’impegno
delle organizzazioni già attive e realizzato iniziative e campagne per promuovere il dialogo, tra cui una marcia sui
diritti civili che si è conclusa con la presentazione di un documento programmatico. Oggi la società civile di Mocuba e
Lugela partecipa al governo, donne e giovani si fanno ascoltare, sono migliorate le condizioni sanitarie e quelle
del settore agricolo. Sono nati 11 gruppi di adolescenti, 2 di giovani e 8 associazioni di piccoli agricoltori di cui fanno
parte 1.655 persone.
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Sono molto felice di
far parte di questo gruppo; finalmente possiamo monitorare
le attività svolte dalle Istituzioni nel settore della salute e
dell’agricoltura. Ho imparato molto sulla responsabilità
sociale del Governo e capito che c’erano delle mancanze, ad
esempio, l’assistenza di tecnici governativi per i nostri campi e
la fornitura sementi. Ora sappiamo cosa ci spetta
e siamo più preparati, attenti, sereni.

Fabio Francisco
Presidente del gruppo di piccoli agricoltori dell’Unione OIPEVI di Munhamade

Il ciclone Freddy spazza via un Paese già fragile: il nostro aiuto concreto
In Mozambico i disastri naturali purtroppo sono molto
frequenti. Eventi come il Ciclone Freddy, che ha colpito
più volte il paese nel marzo scorso, sono aumentati
di numero a causa della grave crisi climatica che sta
sconvolgendo gli equilibri naturali dell’intero pianeta. Il
ciclone ha causato la morte di centinaia di persone
e ne ha lasciate decine di migliaia senza più nulla: venti fortissimi e alluvioni hanno spazzato interi villaggi, hanno
distrutto i campi agricoli, ucciso animali da allevamento, fondamentali per la sussistenza, reso inagibili migliaia di barche
da pesca.
Alcune province si sono trovate completamente in ginocchio: scuole ed edifici religiosi inagibili, strade
impraticabili, zero ripari per la notte per migliaia di famiglie, rischio di epidemie altissimo (il colera ha colpito quasi
subito), scarsissime medicine e risorse alimentari. Ci siamo mossi immediatamente per affrontare al meglio l’emergenza:
abbiamo fornito kit educativi a 2.000 bambini, kit sanitari a 600 ragazze e donne, sementi a 12 associazioni di
agricoltori, fornito tende, cibo, coperte agli sfollati dopo che sono stati chiusi i centri di accoglienza temporanea, formato
le comunità locali sui bisogni dei minori e dei più deboli, creato spazi a misura di bambino nelle zone più colpite, aiutato
le autorità a valutare i danni e cominciare la ricostruzione.
In Mozambico i disastri naturali purtroppo sono molto
frequenti. Eventi come il Ciclone Freddy, che ha colpito
più volte il paese nel marzo scorso, sono aumentati
di numero a causa della grave crisi climatica che sta
sconvolgendo gli equilibri naturali dell’intero pianeta. Il
ciclone ha causato la morte di centinaia di persone
e ne ha lasciate decine di migliaia senza più nulla: venti fortissimi e alluvioni hanno spazzato interi villaggi, hanno
distrutto i campi agricoli, ucciso animali da allevamento, fondamentali per la sussistenza, reso inagibili migliaia di barche
da pesca.
Alcune province si sono trovate completamente in ginocchio: scuole ed edifici religiosi inagibili, strade
impraticabili, zero ripari per la notte per migliaia di famiglie, rischio di epidemie altissimo (il colera ha colpito quasi
subito), scarsissime medicine e risorse alimentari. Ci siamo mossi immediatamente per affrontare al meglio l’emergenza:
abbiamo fornito kit educativi a 2.000 bambini, kit sanitari a 600 ragazze e donne, sementi a 12 associazioni di
agricoltori, fornito tende, cibo, coperte agli sfollati dopo che sono stati chiusi i centri di accoglienza temporanea, formato
le comunità locali sui bisogni dei minori e dei più deboli, creato spazi a misura di bambino nelle zone più colpite, aiutato
le autorità a valutare i danni e cominciare la ricostruzione.
In Mozambico i disastri naturali purtroppo sono molto
frequenti. Eventi come il Ciclone Freddy, che ha colpito
più volte il paese nel marzo scorso, sono aumentati
di numero a causa della grave crisi climatica che sta
sconvolgendo gli equilibri naturali dell’intero pianeta. Il
ciclone ha causato la morte di centinaia di persone
e ne ha lasciate decine di migliaia senza più nulla: venti fortissimi e alluvioni hanno spazzato interi villaggi, hanno
distrutto i campi agricoli, ucciso animali da allevamento, fondamentali per la sussistenza, reso inagibili migliaia di barche
da pesca.
Alcune province si sono trovate completamente in ginocchio: scuole ed edifici religiosi inagibili, strade
impraticabili, zero ripari per la notte per migliaia di famiglie, rischio di epidemie altissimo (il colera ha colpito quasi
subito), scarsissime medicine e risorse alimentari. Ci siamo mossi immediatamente per affrontare al meglio l’emergenza:
abbiamo fornito kit educativi a 2.000 bambini, kit sanitari a 600 ragazze e donne, sementi a 12 associazioni di
agricoltori, fornito tende, cibo, coperte agli sfollati dopo che sono stati chiusi i centri di accoglienza temporanea, formato
le comunità locali sui bisogni dei minori e dei più deboli, creato spazi a misura di bambino nelle zone più colpite, aiutato
le autorità a valutare i danni e cominciare la ricostruzione.
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