22 novembre 2024
Matrimoni precoci in Nigeria: quando l’infanzia finisce troppo presto
La Nigeria detiene il primato mondiale per i matrimoni precoci: il 43% delle donne si sposa e il 23% è già madre prima dei 18 anni. Questa pratica, profondamente lesiva per l’integrità fisica e psicologica delle bambine, continua a essere accettata in alcune comunità come un’antica tradizione, tramandata di generazione in generazione. Tuttavia, la sua persistenza è strettamente legata alla povertà: per molte famiglie in difficoltà economica, dare in sposa una figlia rappresenta una strategia di sopravvivenza.
Ma per loro, il matrimonio precoce non segna l’inizio di una nuova vita, bensì la fine della loro infanzia. Le spose bambine smettono di studiare, giocare e crescere serenamente, trovandosi improvvisamente catapultate nel ruolo di moglie, e spesso di madre.
La gravidanza precoce è uno degli aspetti più drammatici di questa realtà. I corpi delle ragazze non sono pronti per affrontare una maternità, e ciò le espone a complicazioni gravi, mettendo a rischio non solo la loro salute ma anche la loro vita. Tra le conseguenze più devastanti c’è la Fistola Vescico-Vaginale (VVF), una condizione debilitante causata da parti prolungati e complicati, spesso senza alcuna assistenza medica adeguata.
La VVF è molto più di una ferita fisica: è una patologia che isola e marchia. L’incontinenza urinaria che ne deriva rende difficile svolgere le attività quotidiane, e molte ragazze vengono emarginate dalle loro comunità, lasciate sole ad affrontare un dolore che le priva non solo della salute, ma anche della dignità e della socialità.
La storia di Comfort
Comfort è una ragazza di 23 anni, nata in Nigeria in un contesto di difficoltà economiche e familiari e la sua vita non è mai stata semplice. Sposatasi giovanissima, si è trovata a 15 anni a diventare madre per la prima volta, quando il suo corpo non era ancora pronto. Durante il suo primo parto, ci sono state delle complicazioni che non sono state gestite adeguatamente, e Comfort si è resa subito conto che qualcosa non andava: non riusciva a controllare il flusso urinario. È stato così che ha scoperto di avere una fistola vescico-vaginale (VVF), una condizione che l’ha accompagnata nei successivi otto anni. In quegli anni, Comfort, nonostante il dolore e l’imbarazzo, ha cercato di costruire una vita per sé e per la sua famiglia. Ha imparato il mestiere di sarta, tentando di avviare un’attività e allo stesso tempo crescere le sue due figlie.
La svolta è arrivata quando un’amica le ha parlato del Centro VVF dell’ospedale generale di Gwarinpa, ad Abuja, la capitale della Nigeria, realizzato grazie al supporto dei nostri sostenitori. Nonostante le preoccupazioni legate ai costi, al viaggio, ai sacrifici che la sua famiglia avrebbe dovuto affrontare ancora una volta, Comfort ha deciso di fare quel passo.
Il Centro sanitario di Gwarinpa, ad Abuja
Arrivata al Centro VVF dell’ospedale generale di Gwarinpa, Comfort ha trovato qualcosa che non si aspettava. I medici l’hanno accolta con gentilezza e comprensione, ascoltando la sua storia con attenzione, dando importanza ad ogni dettaglio. Era abituata ad essere guardata con occhi giudicanti o indifferenti, ma nel centro sanitario ha trovato uno staff che l’ha trattata con dignità e rispetto. Per la prima volta in tanto tempo, si era sentita vista, non solo come una paziente, ma come una persona.
Comfort è soltanto una delle pazienti che ha potuto usufruire del sostegno e delle cure offerte nel Centro VVF dell’ospedale di Gwarinpa, realizzato grazie al supporto dei nostri sostenitori. Oggi, il reparto è pienamente attivo e, da maggio scorso, ha già curato 17 ragazze.
La fistola vescico-vaginale non è solo una condizione medica: è una ferita sociale che segna profondamente chi ne soffre. Per anni, ragazze come Comfort hanno vissuto isolate, intrappolate nella vergogna e nel rifiuto, allontanate dalle loro comunità e spesso persino dalle loro famiglie.
Lo stigma che accompagna questa malattia è crudele quanto il dolore fisico, lasciando le pazienti senza un sostegno, senza una via d’uscita.
Al Centro VVF dell’Ospedale di Gwarimpa, non offriamo solo cure mediche: restituiamo dignità e speranza.
Grazie al supporto dei nostri sostenitori, le donne trovano assistenza psicologica, percorsi di riabilitazione e il calore di una rete che le accoglie. Qui, imparano che non sono sole, che la fistola si può curare e che il loro valore va oltre la malattia.
Ma il nostro impegno non si ferma qui. Lavoriamo con le comunità per abbattere lo stigma, educando e sensibilizzando affinché nessuna donna venga più isolata o giudicata.
Le attività del Centro VVF
Il Centro VVF nasce con l’obiettivo di offrire un aiuto concreto e umano alle giovani vittime di fistola e matrimoni precoci, attraverso assistenza medica specializzata e supporto psicologico.
Oltre alle cure mediche, le ragazze trovano un percorso di supporto emotivo fondamentale per riscoprire la fiducia in sé stesse e la sicurezza necessaria per affrontare il futuro con speranza e forza.
Ecco alcuni dei servizi che vengono offerti:
- 20 posti letto, completi di servizi e armadietti personali.
- Sale chirurgiche e ambulatori per trattamenti specialistici.
- Supporto psicologico e riabilitativo per favorire il reinserimento sociale.
- Formazione specialistica di 15 operatori sanitari specializzati nella cura della fistola.
- 2,5 milioni di persone sensibilizzate tramite campagne radiofoniche.
- Impegno governativo per fornire attrezzature e assistenza sanitaria a 100 pazienti per un anno.
- Supporto economico e psicologico a 8 sopravvissute, identificando i loro bisogni specifici.
Immagini dal campo: dalla costruzione all'inaugurazione del Centro
Lo scorso 2 maggio, abbiamo celebrato con emozione l’inaugurazione del Centro VVF di Gwarinpa, un traguardo importante per il supporto alle giovani colpite dalla fistola. All’evento hanno partecipato rappresentanti del Ministero della Salute, del Dipartimento Affari Femminili e di altre istituzioni, sottolineando l’importanza di questa iniziativa.
L’entusiasmo era palpabile: il Centro non è solo una struttura medica, ma una promessa di cura e rinascita per tante bambine e ragazze. Nel video, Habiba Salihu, vicedirettrice del Centro, spiega in dettaglio le attività e i servizi che vengono offerti.
Nota: il video è in inglese, ma puoi attivare i sottotitoli cliccando sull’icona in basso a destra.