2025: un anno di lavoro in Senegal – ActionAid

Luglio 2025

2025: un anno di lavoro in Senegal

In Senegal il cambiamento climatico è una minaccia concreta e quotidiana. L’erosione
costiera, la siccità, la riduzione delle piogge e l’avanzare del deserto mettono in difficoltà chi vive di pesca e agricoltura: due attività fondamentali per l’economia del paese, ma anche per la sopravvivenza di milioni di persone.

 

Eppure, anche gesti semplici possono cambiare tutto. In alcune comunità abbiamo introdotto un sistema di informazione meteorologica accessibile a tutti: i dati vengono ricevuti tramite cellulare da un referente locale e diffusi poi su lavagne con simboli comprensibili anche a chi non sa leggere.
Così, oggi, agricoltori e pescatori sanno quando seminare, quando proteggersi da un’alluvione in arrivo o quando non uscire in mare per evitare rischi.
Grazie a questo sistema, i raccolti si sono addirittura raddoppiati in alcune aree.
È la dimostrazione che, anche davanti a sfide enormi, possiamo costruire soluzioni concrete e
migliorare davvero la vita di tante persone.

I risultati che abbiamo raggiunto quest'anno

grazie al vostro supporto

Questi numeri sono il risultato del nostro impegno quotidiano con le comunità. Tra le cifre, si incastrano racconti di vite vere che sono cambiate grazie al nostro lavoro al fianco delle donne, degli uomini e dei bambini.

Le storie che leggerai, sono la testimonianza di tanti importanti cambiamenti positivi, il frutto del prezioso sostegno dei nostri sostenitori. 

Un Focus sul nostro lavoro

In Senegal, la salinizzazione del suolo sta mettendo a rischio l’agricoltura, soprattutto nelle zone costiere. Il terreno, reso salino dall’innalzamento del mare e dai cambiamenti climatici, fatica a sostenere colture fondamentali per le famiglie. Per affrontare questo problema, ActionAid e un gruppo di giovani attivisti hanno avviato un progetto di riforestazione a Niodior, piantando su un ettaro di terra piante resistenti alla salinità. Queste specie migliorano la qualità del suolo e aiutano a trattenere l’acqua, favorendo la produzione agricola. Il progetto coinvolge attivamente la comunità, offrendo soluzioni sostenibili e competenze per proteggere il territorio e il futuro delle persone.

FANTA BAYO (3)

La forza di Fanta: quando una comunità si unisce contro la violenza di genere

Durante la pandemia, Fanta, 26 anni, ha vissuto sulla propria pelle la violenza domestica. Dal 2020, purtroppo, il numero di casi di violenza di genere ha visto un’impennata. In Senegal, il 27% delle donne tra i 15 e i 49 anni ha dovuto affrontare la violenza, spesso ad opera del proprio partner, in un contesto dove le istituzioni non riescono a offrire soluzioni concrete. Attraverso sessioni di formazione, sensibilizzazione e dialogo, abbiamo avviato un vero cambiamento: 12 comunità si sono attivate per creare un piano d’azione contro la violenza. Leader, operatori sanitari, giovani e donne lavorano insieme per identificare, trattare e prevenire i casi di violenza. Fanta e tante altre ragazze hanno acquisito strumenti per difendersi e sostenersi a vicenda, partecipando a momenti di formazione e confronto all’interno dei club delle ragazze, dove hanno potuto parlare apertamente di violenza, denunciare situazioni subite e costruire insieme percorsi di cambiamento per sé stesse e per le loro comunità.

Fanta è diventata una giovane leader, responsabile del club femminile del suo quartiere e ha trovato la forza di dire “basta”. La sua voce è diventata simbolo di resistenza e speranza in una comunità che prima taceva ma che ora è unita per proteggere e valorizzare le sue donne.

Le ragazze diventano agenti del cambiamento

In Senegal, il 20% delle donne tra i 15 e i 49 anni ha subito mutilazioni genitali femminili (MGF), pratica ancora molto diffusa in alcune regioni. Sebbene illegali dal 1999, le MGF persistono per motivi culturali e religiosi, soprattutto in aree rurali dove le bambine hanno il doppio delle probabilità di subirle rispetto ai contesti urbani. A Koussanar, zona di confine con il Gambia, abbiamo avviato un intervento mirato: le ragazze che hanno subito MGF hanno partecipato a percorsi di consapevolezza e formazione alla leadership. I leader dei villaggi sono stati coinvolti per raggiungere tutta la comunità e le carovane di sensibilizzazione, campagne informative itineranti, hanno promosso l’importanza dell’istruzione femminile. Le attività sono parte di un movimento che vuole spezzare il silenzio e sostenere le giovani nel diventare protagoniste della lotta contro le MGF. I risultati sono incoraggianti: molte famiglie hanno abbandonato la pratica, il tema non è più un tabù e tante ragazze oggi chiedono aiuto, consapevoli di poter cambiare il loro destino.

Kewe, giovane attivista, ha subito la mutilazione ed oggi è un punto di riferimento per il suo villaggio: “Diverse ragazze vengono a chiedermi come capire se hanno subito una mutilazione genitale femminile, perché è successo quando erano molto piccole. Prima era impossibile anche solo parlarne, ora qualcosa sta cambiando”

📽️ Da vedere e rivedere 📽️

Non solo storie…attraverso le immagini che abbiamo raccolto in questa galleria, potrai vedere i volti e i luoghi al centro del nostro lavoro.